L’endometriosi, o malattia endometriosica, è una condizione caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale in organi diversi dall’utero o in porzioni non appropriate dell’utero stesso.
Tipica delle donne in età fertile, l’endometriosi è uno dei fattori causali più comuni di dolore cronico pelvico nelle donne in età fertile.
L’incidenza dell’endometriosi è abbastanza elevata, statisticamente il numero di donne affette da malattia endometriosica rappresenta il 6-11% della popolazione generale di sesso femminile.
In Italia le donne con endometriosi sono più di 3 milioni, in Unione Europea, circa 14 milioni e nel mondo circa 150 milioni.
Malgrado il grande interesse clinico che ha suscitato negli ultimi anni, l’endometriosi resta ancora oggi in parte sconosciuta, soprattutto per quanto concerne le sue conseguenze sulla fertilità.
L’endometriosi è una patologia dell’apparato genitale femminile, di carattere cronico, caratterizzata dalla presenza di endometrio al di fuori dell’utero o in porzioni di utero non appropriate, ovvero laddove questo non è normalmente presente.
L’endometrio, o tessuto endometriale, è la tonaca mucosa dell’utero e rappresenta lo strato cellulare più interno di quest’ultimo; è preceduto nell’ordine dal perimetrio e dal miometrio.
Per effetto di estrogeni e progesterone, gli ormoni secreti dalle ovaie durante il ciclo mestruale, l’endometrio si rinnova regolarmente e ciò garantisce la presenza costante di un ambiente adatto all’impianto di un embrione.
Il tessuto endometriale che è situato laddove non dovrebbe esserci prende il nome di endometrio ectopico o tessuto endometriale ectopico.
Si possono distinguere due tipologie di endometriosi, interna ed esterna:
La forma di malattia endometriosica più comune è l’endometriosi esterna, nella fattispecie l’endometriosi esterna che interessa le ovaie.
Dal punto di vista della sintomatologia, l’endometriosi è estremamente variabile; in alcune donne non causa alcun sintomo, in altre provoca una sintomatologia lieve ed in altre ancora l’endometriosi si manifesta con disturbi profondamente rilevanti e fastidiosi.
Tra i sintomi più caratteristici dell’endometriosi troviamo:
L’endometriosi può causare la formazione di una o più cisti endometriosiche e/o di aderenze, ovvero bande di tessuto fibroso-cicatriziale che uniscono in modo anomalo parti di norma separate di uno stesso organo oppure organi o tessuti distinti.
L’endometriosi, inoltre, può favorire una condizione di sterilità (ossia l’incapacità di concepimento), complicanza che riguarda circa il 30-40% delle donne affette da endometriosi; la malattia, infatti, è una delle prime cause di sterilità femminile. Molte donne scoprono la loro endometriosi solo nel momento in cui hanno difficoltà a restare incinte.
Infine, nel caso in cui riguardi le ovaie, l’endometriosi può aumentare il rischio di tumore all’ovaio (si verifica nel 3-8% delle pazienti con endometriosi ovarica).
Purtroppo, le cause precise dell’endometriosi sono poco chiare. Esistono diverse teorie che cercano di spiegare come possa insorgere la malattia endometriosica, vediamo le principali.
La diagnosi di endometriosi non è semplice, in quanto i sintomi sono aspecifici.
Generalmente, per una diagnosi corretta e completa sono fondamentali: la raccolta dei sintomi, la valutazione attenta della storia clinica, l’esame obiettivo, la visita ginecologica, la diagnostica per immagini (ecografia transvaginale o transrettale, risonanza magnetica, TAC) e, talvolta, una procedura chirurgica minimamente invasiva come la laparoscopia a scopo diagnostico.
È importante effettuare visite periodiche con il medico ginecologo al fine di valutare la comparsa dell’endometriosi e monitorare l’evoluzione della patologia.
Il trattamento dell’endometriosi varia in funzione di fattori come la severità dei sintomi e la volontà o meno di cercare in futuro una gravidanza.
Per chi soffre di endometriosi, attualmente, i possibili approcci terapeutici sono conservativo, basato sull’impiego di farmaci, oppure chirurgico.
I medici ginecologi tendono a prediligere l’approccio conservativo, riservandosi di ricorrere alla chirurgia soltanto quando le terapie farmacologiche risultano inefficaci.
L’approccio conservativo dell’endometriosi è finalizzato al controllo del dolore e di altri sintomi che tendono a pregiudicare la qualità di vita della donna, esso comprende:
L’approccio chirurgico, mediante laparoscopia, deve tendere alla completa eliminazione di tutti i focolai presenti, cercando di conservare il più possibile le strutture genitali interne (utero, salpingi o tube, ovaie) e liberando la pelvi dalle frequenti aderenze che la malattia determina tra gli organi della pelvi femminile. Tali aderenze e degenerazioni fibrotiche sono causa dei forti dolori che la donna avverte durante la fase attiva della malattia.
I trattamenti odierni dell’endometriosi, purtroppo, non sono ugualmente efficaci per tutte le donne: secondo attendibili fonti mediche, nel 20-40% delle donne sottoposte a terapia chirurgica, l’endometriosi recidiva in media a 5 anni di distanza dall’intervento.
Quando le cure hanno effetto, si assiste ad un miglioramento sensibile del quadro sintomatologico connesso all’endometriosi ed, in molte donne ancora in età fertile, ad un ripristino della capacità di concepimento.
Redazione Scientifica OMEGA PHARMA
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